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Il rifugio

Il rifugio porta il nome del famoso senatore Guido Larcher, presidente della SAT in vari anni dal 1902 al 1917. La prima costruzione risale al 1882, quando la SAT eresse un "cubo" al termine della morena laterale sinistra su un piccolo pianoro in Val Venezia. La prima rudimentale costruzione venne ampliata con due stanze, una per signore e una per signori.

In tempi più recenti il rifugio è stato completamente ristrutturato nel 1992 e nell'estate 2009 sono stati realizzati importanti lavori che ne permettono l'apertura, in particolari condizioni metereologiche, per la stagione dello sci d'alpinismo.

Le camere

Dopo la recente ristrutturazione nell'estate 2009 le camere del rifugio sono dotate di riscaldamento e sono state rivestite in legno con vista panoramica sulle più belle cime della zona. I posti letto sono 80, le stanze possono ospitare 6, 8 o 12 persone e sono dotate di letti a castello in legno e coperte. Per il pernottamento è necessario avere, o acquistare presso il rifugio, il sacco lenzuolo.

La cucina

Anche il piano terra è stato rimodernato ed è dotato di una saletta completamente foderata in legno secondo il classico stile di montagna.
La cucina è curata direttamente dalla famiglia Casanova e prevede i piatti tipici di montagna come polenta, canederli, minestra d'orzo e tutti i piatti della tradizione trentina e solandra. Anche i dolci sono tipici e curati nei particolari dai gestori.

Chiesetta Rifugio Larcher

Chiesetta Rifugio LarcherLa chiesetta fu eretta per iniziativa di Cristoforo Caserotti “In onore della Madonna delle Grazie”. “El Tòfol” non fu solo promotore dell’iniziativa ma seguì personalmente i lavori per vari anni. Venne inaugurata il 20 luglio 1958 alla presenza di molte autorità e di circa 400 persone. Il materiale necessario per la costruzione venne trasportato con il carrello da Malga Mare al Caresér, da dove una quarantina di volontari, fra i quali numerose ragazze, lo trasferirono in prossimità del Rifugio. Diversi altri volenterosi prelevarono dalla “Catena Rossa” i frammenti di minerali di quarzo per la costruzione della nicchia in cui è inserita la statua della Madonna. Molti furono i benefattori che contribuirono alla raccolta di offerte per la costruzione della chiesetta.

Nel 1992 la chiesetta è stata parzialmente riammodernata, sono state rifatte le finestre, il pavimento, l’intonaco interno ed esterno, la controsoffittatura in perline e la verniciatura del tetto. I nuovi arredi sacri sono stati eseguiti da Gino Framba, artigiano-artista di Cogolo.

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